Aflatossine B1 le più temibili tra le micotossine

Aflatossine

Solo negli anni ’60 si è percepito il grave pericolo derivante dal consumo di alimenti contaminati da aflatossine. In quegli anni,infatti, morirono decine di migliaia di tacchini a causa della presenza di metaboliti fungini contenuti nella farina di arachide utilizzata per la loro alimentazione.

Oggi la Comunità Europea ha varato un REGOLAMENTO (CE) N. 1881/2006 che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari; per citare qualche alimento tra i più comuni, ad esempio, gli arachidi dove la determinazione di Aflatossina B1 non può superare gli 0,8μg/Kg, tutti i cereali e loro derivati limite soglia 2,0 μg/Kg.

Cosa sono le aflatossine?

Le aflatossine sono micotossine (tossine prodotte dai funghi) derivanti da metaboliti fungini tossici per l’uomo e gli animali. I funghi in questione (Aspergillus flavus ma non solo) possono produrre aflatossine sia in campo sia in fase di post raccolta. In condizioni ambientali favorevoli come le alte temperature 25-30 °C, Aw 0,95-0,99, elevato numero di lipidi del substarto le spore di Aspergillus flavus germinano e colonizzano svariate tipologie di alimenti quali semi oleaginosi, granelle, mais, arachidi.

Da un punto di vista chimico le aflatossine sono derivati della difuranocumarina.

Le aflatossine di maggiore interesse da un punto di vista della sicurezza alimentare sono quattro: B1,B2,G1 e G2. Le lettere indicano il colore che assume il composto quando è esaminato in lastre cromatografiche esposte alla luce dell’ultravioletto, blu per le B1 e B2, verde (green) per le G1 e le G2.

L’aflatossina B1 è la micotossina più rilevata nei generi alimentari e la cosa che preoccupa di più è che la tossina in questione si caratterizza per la sua alta tossicità.

Come prima menzionato altri funghi tossigeni producono aflatossine come ad esempio Aspergillius parasiticus e A. nominus possono produrre tutte e quatto le micotossine mentre è significativo il dato che solo A. flavus produce le pericolosissime B1 e B2.

Nella catena alimentare gli erbivori sono considerati consumatori primari perché si nutrono direttamente dai produttori (organismi autotrofi) che sono alla base di ogni catena alimentare. Di conseguenza se il fieno o il magime che si somministra agli animali è contaminato da micotossine, queste possono ritrovarsi nei prodotti finali forniti dagli erbivori. E’ il caso, ad esempio, del latte. Si può rinverine nel latte vaccino la presenza di aflatossina B1 la quale entra subito in circolo nell’animale tanto da trovarla nel sangue e nelle urine. La B1 che si riscontra nel latte assume la denominazione di M1 (milk 1).

Il problema della presenza della micotossina nel latte destò molta preoccupazione nel 2012 tanto che (riporto integralmente da www.disinformazione.it) Il 2 agosto 2012 la 9a Commissione permanente si è riunita per votare la risoluzione sulla “Questione inerente alla valutazione dell’impatto delle micotossine sulla filiera agroalimentare del grano duro” (nr. 398).

Dopo qualche settimana dall’approvazione all’unanimità della risoluzione, il 14 settembre 2012, il “Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute” del Ministero della Salute, invia alle Regioni, alle Province autonome, al Comando dei carabinieri, agli Istituti zooprofilattici e alle Associazioni di categoria un Comunicato dal titolo: “Contaminazione da aflatossine nei mais e nella catena alimentare”. In pratica il Ministero avverte che “le recenti condizioni climatiche verificatesi in Italia caratterizzate da una prolungata siccità estiva hanno determinato un’accresciuta contaminazione da aflatossine nelle produzioni di mais 2012, oltre i limiti fissati dalla normativa comunitaria”.

La produzione di mais per uso alimentare e mangimistico per animali da macello sarebbe pesantemente contaminata da aflatossina B1.

Questa aflatossina B1 una volta consumata direttamente dagli animali tramite il mais, può produrre latte e derivati contaminati dall’aflatossina M1 e questa intossicare il consumatore umano.

Anche nel 2015 c’è stata molta attenzione verso le contaminazioni da micotossina specialmente su mais viste le condizioni atmosferiche ottimali per la proliferazione di Aspergillus flavus tanto che l’Azienda Sanitaria della Regione Lombardia ha inteso emanare un comunicato per la campagna 2015 del mais.

Tutto ciò ci fa comprendere come sia importante controllare le materie prime, i semi lavorati e i prodotti finiti. Bisogna sempre accertarsi della provenienza, delle condizioni di trasporto sui mezzi e soprattutto monitorare e razionalizzare la fase di stoccaggio degli alimenti.

 

 

 

 

 


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