Mensa scolastica: Promuoviamo la salute e il ben-Essere anche sociale

Reggio Calabria – L’anno scolastico che ci siamo lasciati alle spalle ha segnato non pochi cambiamenti nella gestione, funzione e conduzione del sistema scolastico. Gli strascichi di una pandemia, quella dovuta al COVID 19 (e sue mutazioni) non del tutto debellati, continuano a creare confusioni, paure ed incertezze non solo a livello economico – sociale ma soprattutto a livello personale. La scuola è stata una sorta di “laboratorio” dove soluzioni e scelte atte a contenere la diffusione del virus quali la didattica a distanza, il distanziamento tra gli studenti e l’uso della mascherina, hanno fatto di essa un luogo particolarmente bisognoso di attenzione e monitoraggio creando, però, non pochi problemi ai dirigenti, personale docente e agli studenti. Anche il servizio di mensa scolastica ha subito importanti cambiamenti, uno tra tutti la fase di somministrazione del cibo passando dal pluriporzione al monoporzione. Anche il consumo del pasto all’interno della classe ha richiesto maggiori energie da parte dei docenti, del personale ATA e alle dispensatrici addette alla distribuzione dei pasti. Ovviamente tutti questi accorgimenti e cambiamenti sono stati indirizzati al fine di tutelare la salute di tutti. E mi fa riflettere questo sostantivo oggi attenzionato più che mai: salute. L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come un benessere fisico, psichico e sociale. Il COVID ha messo a serio repentaglio tutti e tre gli aspetti facendo venir meno quelli legati al benessere psichico e al sociale evidenziati dalle paure e dai rapporti ormai definiti “distanziati”. I nostri studenti mangiano seduti da soli e sul proprio banco facendo venir meno l’aspetto, importantissimo, della convivialità che solo stando attorno ad un tavolo, tutti insieme, se ne possono manifestare e apprezzare i benefici.

Negli ultimi tempi il ruolo della mensa scolastica è cambiato, assumendo compiti e obiettivi importanti per la salute dei bambini che passano proprio attraverso l’aspetto legato alla socializzazione e convivialità a tavola. Lo scopo primario della mensa è quello di fornire un pasto dal punto di vista nutrizionale equilibrato e completo, conforme dal punto di vista igienico-sanitario che va di pari passo con la prevenzione di tutte quelle patologie cronico-degenerative come il diabete, l’osteoporosi, o cardiache, causate da un eccesso di peso e da una scorretta alimentazione. Un efficiente servizio di ristorazione scolastica può far emergere anche disturbi legati all’alimentazione come bulimia e anoressia, patologie queste purtroppo in aumento tra i giovanissimi. Si può ben dire, dunque, che la mensa scolastica ha un compito ben preciso: promuovere e conservare la salute. Sempre più pediatri e psicologi e pedagogisti affermano che con la mensa scolastica il bambino vive un forte momento di socializzazione con i compagni, impara le buone regole dello stare insieme, apprende che il cibo non è solo una questione legata al soddisfacimento di un bisogno “la fame” ma rientra in un contesto molto più vasto. A distanza di quattordici anni, grazie ad una strategia elaborata dal Ministero della Salute “ Guadagnare Salute – rendere facili le scelte salutari” che si propone il raggiungimento di uno specifico obiettivo per contrastare i fattori di rischio, quali l’errata alimentazione, sedentarietà, abuso di alcool e il tabagismo, si riconosce ancora oggi alla scuola un ruolo di primo piano nella promozione di educare a una corretta alimentazione attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema: bambini, famiglie, docenti e aziende. Come si legge nelle Linee guida del Ministero della Salute, gli attori protagonisti che possono e devono favorire l’acquisizione di corrette abitudini alimentari attraverso la ristorazione scolastica sono: l’ente committente (il Comune o scuola paritaria); il gestore del servizio di ristorazione; l’Azienda sanitaria locale; gli utenti (bambini e le famiglie); le istituzioni scolastiche. La chiave di volta che ha sostanzialmente cambiato il mondo della ristorazione scolastica sta tutta nell’affermazione che: il bambino non va solo sfamato, ma educato. Educato al rispetto del cibo perché qualcuno lo ha prodotto con sacrifici, rispetto del cibo perché ancora sono 800 milioni le persone che vivono in condizioni di malnutrizione, rispetto del cibo perché sostentamento alle nostre fatiche, rispetto del cibo perché attraverso una corretta produzione e attraverso le nostre scelte alimentari possiamo salvaguardare il pianeta, rispetto del cibo perché simbolo di diverse culture tra i popoli, rispetto del cibo perché anche identitario dei luoghi, rispetto del cibo perché ci permette di socializzare, di confrontarci, di aprirci a chi ci sta di fronte. Ecco perché, anche l’importanza nel proporre un menù ai bambini e ai ragazzi che presenti al suo interno alimenti poco conosciuti o alimenti diversi per le diverse religioni o per le diverse abitudini alimentari. Nella mia esperienza lavorativa ho constatato che i bambini, soprattutto i più piccoli, di altre etnie, si adattano facilmente alle abitudini alimentari italiane, anche se in famiglia c’è una tendenza a rimanere saldamente attaccati alle tradizioni di origine. Adottare, quindi, una prospettiva interculturale come la promozione del dialogo e del confronto, significa organizzare, non solo, una strategia reale di crescita fondata su criteri di salute e prevenzione ma anche e soprattutto di integrazione e socializzazione. Infatti, per poter promuovere l’integrazione, l’alimentazione rappresenta un terreno fertile su cui approfondire e sviluppare nuovi progetti e precise politiche. Per raggiungere questo obiettivo è importante che gli insegnanti, gli addetti al servizio mensa e i genitori collaborino insieme, spingendo il bambino verso un clima positivo, giocoso e gioioso durante il consumo del pasto. Anche i genitori svolgono un ruolo importante nel processo di educazione e di promozione della salute, seguendo le corrette indicazioni anche tra le mura domestiche. Cucinare in una prospettiva interculturale vuol dire assumere la varietà come paradigma dell’identità stessa della ristorazione, occasione privilegiata di apertura a tutte le differenze. Possiamo sconfiggere il virus anche attraverso queste azioni e accorgimenti perché i danni più gravi che la pandemia possa lasciare in ognuno di noi sono l’indifferenza e l’allontanamento dai rapporti umani. Cresciamo insieme, dunque, anche e soprattutto a tavola e… Buon anno scolastico e buona mensa a tutti


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