MENSA SCOLASTICA: un’opportunità da non perdere per i nostri figli

L’esigenza di promuovere, sin dall’infanzia e dall’adolescenza, l’acquisizione di corrette abitudini alimentari per la promozione della salute e la prevenzione delle patologie cronico-degenerative di cui l’alimentazione scorretta è uno dei principali fattori di rischio, ha spinto il Ministero della Salute di concerto con medici e professionisti del settore alimentare ad elaborare documenti di indirizzo relativi alla ristorazione collettiva. E’ di pochi mesi fa una revisione delle Linee di indirizzo Nazionale per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica dove di seguito cercherò di darne un sunto negli aspetti più significativi.

Il servizio di ristorazione scolastica è molto cambiato nel tempo, infatti è ormai superata l’idea che a scuola si debba solo consumare il pasto ai fini di soddisfare il bisogno di fame degli studenti ma si è capito che proprio durante il consumo del pasto c’è la possibilità di aprire nuovi orizzonti legati al consumo del pasto. Tra i tanti aspetti che si possono approfondire vi sono quelli legati alla cultura e all’ antropologia del cibo che hanno saldato rapporti tra i popoli ma che sono stati anche motivo di conflitti e guerre; l’aspetto religioso legato al cibo che attraverso la triade pane, vino, olio affonda le sue radici nella cristianità, l’esclusione di alcuni cibi dalla tavola come la carne di maiale che caratterizza la religione musulmana, la dieta indù che esclude carne, pesce, crostacei e uova. Oggi, le classi del sistema scolastico italiano sono sempre più multiculturali, plurietniche, emblemi delle diversità di volti, di lingue e di culture. Nella scuola che promuove il confronto e lo scambio tra culture ed opinioni diverse, sedersi alla stessa tavola e consumare assieme il pasto favorisce la conversazione, incoraggia il dialogo e crea collegamenti positivi fra le storie e le visioni di ciascuno. Il potere aggregante del cibo facilita la comunicazione e il riconoscimento e l’accoglienza dell’identità di ciascuno. I rapporti interculturali e transculturali rappresentano una delle principali sfide da affrontare nella società e in particolare nella scuola, quale ambiente ideale dove poter realizzare un’efficace inclusione e promuovere l’educazione alimentare; un altro aspetto è quello relativo al rispetto per l’ ambiente dato che negli ultimi tempi gli scienziati, attraverso studi scientifici, hanno dimostrato che un terzo delle emissioni di anidride carbonica emessa in atmosfera deriva proprio dai sistemi agro alimentari; nuovi regimi alimentari dettati da nuove intolleranze e allergie legate al consumo di cibo e in fine l’aspetto legato alla convivialità e la socializzazione che avviene proprio durante il momento del consumo del pasto a tavola. Ecco, tutti questi aspetti fanno da cornice a uno dei momenti più importanti della nostra giornata e cioè quello del nutrirsi.

La popolazione infantile e adolescente è oggi più che mai destinataria di un’offerta alimentare molto vasta e talvolta disordinata, che favorisce un rapporto casuale e distratto col cibo, e inoltre promuove tendenze e gusti sempre più omologati alle mode così che aumenta il rischio di un incremento delle condizioni associate all’eccedenza di peso e di mal nutrizione nonché una profonda perdita del senso e del valore che assume il cibo nella storia e nel quotidiano. E’ pertanto cruciale che il servizio di ristorazione a scuola sia indirizzato, non solo a fornire energia e nutrienti nelle giuste quantità e nelle giuste proporzioni, ma anche ad una corretta educazione alimentare indirizzata alla socialità, all’uguaglianza, all’integrazione, al consumo consapevole e sostenibile.

Il consumo dei pasti da parte degli alunni a scuola si realizza nel corso di diversi anni scolastici e costituisce, pertanto, una condizione particolarmente favorevole per promuovere, con continuità, interventi di educazione alimentare. La strategia da adottare è quella dell’educazione ad una sana alimentazione integrata con il curricolo di istituto, come aspetto trasversale alle competenze disciplinari e di cittadinanza.

Gli studenti e i genitori debbono essere a tal fine informati sull’importanza della ristorazione scolastica come momento di educazione alla corretta alimentazione (entità delle porzioni, frequenza di consumo), al valore del cibo, all’uguaglianza e allo scambio.

Il personale docente della scuola in sinergia con la Commissione Mensa Scolastica possono utilizzare l’organizzazione dei pasti e le scelte alimentari dei menu proposti per stimolare la curiosità degli alunni verso cibi o preparazioni culinarie innovative;  favorire il consumo di alimenti non abitualmente presenti sulla tavola dell’utente; ridurre il ricorso a cibi troppo frequentemente consumati e favorire l’accettazione di piatti e sapori alternativi, stimolando il ricorso a menu il più possibile variati; abituare gli utenti a porzioni adeguate alle proprie esigenze.

La scuola, infatti, si rivela essere in particolare, il luogo di elezione per fare un’efficace educazione alimentare attraverso il proprio radicamento territoriale, la specifica ricchezza interculturale, il dialogo e l’osservazione quotidiana e continua tra e con i ragazzi, con il presidio costante e interdisciplinare del percorso formativo, con la possibilità di costruire connessioni cognitive mirate. Attraverso questo approccio, essa si configura come l’istituto sociale che prima di ogni altro può assolvere il compito di guidare il processo radicale di riappropriazione e di esplorazione emotiva e culturale del complesso atto alimentare, anche sottolineando in maniera adeguata l’importanza della necessaria attività fisica (motoria, ludica o sportiva che sia). Attraverso l’educazione alimentare è anche possibile contribuire a far crescere, soprattutto nelle giovani generazioni, la consapevolezza del quotidiano esser parte di una comunità, locale e globale. A tal fine è del tutto indispensabile, per se stessi e per la collettività, sviluppare un’adeguata sensibilità ai temi della sostenibilità, del benessere personale e collettivo, dell’adozione di corretti stili di vita, nonché della prevenzione e la conveniente comprensione del processo di nutrizione personale, delle funzionalità e necessità di tutelare territori produttivi, filiere e sistemi alimentari, della stagionalità e tipicità dei prodotti alimentari, dei consumi responsabili e allo sforzo di contenere gli sprechi e l’uso di risorse non rinnovabili o difficilmente smaltibili, oltre che dei contesti economici, etici e sociali entro i quali si muove nel suo complesso il Sistema Cibo.

La ristorazione scolastica, dunque, costituisce un servizio con una forte valenza pubblica che può rappresentare un importante veicolo per incidere positivamente sulle scelte e le tendenze alimentari degli alunni, delle famiglie e della collettività, con effetti positivi sugli orientamenti, le pratiche e la sostenibilità del sistema agroalimentare. La comunicazione ne costituisce una leva strategica indispensabile in un’epoca in cui il cibo è entrato nella scena pubblica diventando intrattenimento, cultura, arte e, nel contempo, motivo di inquietudini legate alla salute delle persone e dell’ambiente. I programmi di comunicazione, devono mantenere una loro continuità nel tempo, evitando il frazionamento degli interventi, le iniziative sporadiche e di breve respiro grazie alla creazione di reti stabili in cui i diversi attori, pubblici (ministeri, regioni, comuni, asl e istituti scolastici) e privati, aderiscano ad un comune programma e si coordinino, utilizzando un mix di canali e di strumenti specifici, per raggiungere i destinatari, con messaggi modulati in funzione delle loro caratteristiche e del mezzo utilizzato. La Carta dei servizi e il piano dell’offerta formativa dovranno, coordinandosi tra di loro e con la commissione mensa, offrire un quadro chiaro, dettagliato/articolato e non generico della gestione e organizzazione del servizio di mensa e delle iniziative di educazione alimentare rivolte agli alunni e ai loro genitori. L’obiettivo dell’acquisizione di corrette abitudini alimentari si accompagna, in una progettazione educativa che recupera la dimensione esperienziale della ricerca e del fare, alla valorizzazione del cibo nelle sue qualità intrinseche e nel suo essere strumento per conoscere la natura, elemento fondamentale degli ecosistemi, espressione dei diversi contesti culturali ed ambientali, economia del territorio, veicolo di relazioni, alimento che nutre e gratifica i sensi.


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