Questo pane frutto della terra e dell’uomo: diritto di tutti.

Milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Dall’altra parte si scartano migliaia di alimenti. Ciò costituisce un vero scandalo.”Così Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti ammoniva severamente l’atto vergognoso e scandaloso di sprecare cibo. Allo scandalo dello spreco alimentare si aggiunge oggi quello della mancanza di cibo per alcune popolazioni del mondo a causa del conflitto in Ucraina. Purtroppo l’attuale sistema non garantisce la sicurezza alimentare intesa come food security cioè l’accesso di cibo sicuro per tutti, ed è così che appare paradossale e ingiusto il fatto che oggi ci siano ancora persone che muoiono di fame ed altre che muoiono per eccesso di cibo quando si ha la possibilità di produrre alimenti per sfamare il triplo della popolazione mondiale. La crisi da Covid-19 ha già diminuito nettamente il potere di acquisto dei consumatori, ridotto la capacità produttiva dei piccoli agricoltori e indebolito i loro mezzi di sostentamento nel commercio alimentare. Con il conflitto Russo-Ucraino il numero di persone che non hanno accesso al cibo è purtroppo raddoppiato a causa dello stop previsto per l’export del frumento. Viviamo in un’epoca di crisi e di emergenza: dall’emergenza sanitaria all’emergenza per la pace, dall’ emergenza di cibo all’emergenza per la crisi idrica. E’ scontato dover fare una seria riflessione e che dobbiamo riconsiderare le cose semplici incominciando dall’agricoltura e da questa riuscire a poter sfamare il pianeta ma anche e soprattutto a salvarlo. Dobbiamo essere capaci, oggi, di attuare un importante passaggio che ci porti dalla situazione attuale verso una conversione ecologica e verso una ecologia integrale.

E’ drammatico ed allo stesso tempo simbolico come la crisi del grano di questi mesi faccia riflettere sul valore e sull’importanza del pane non solo come alimento base per il sostentamento delle fatiche dell’uomo ma anche come simbolo importantissimo per tutti noi cattolici chiamati giornalmente ad attuare comportamenti responsabili e di carità fraterna.

Il pane è vita, è condivisione, è frutto del sudore e della fatica dell’uomo ma soprattutto è il frutto della terra data in concessione da Dio per essere coltivata e portare frutti. A tal proposito Benedetto XVI in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione del 2006 ha osservato che “Cristo stesso utilizza immagini relative all’agricoltura per parlare del Regno, dimostrando, quindi, un grande rispetto per questa attività” e nella stessa occasione aggiungeva “ l’attività agricola assume un significato più profondo sia per lo sforzo e la fatica che implica sia perché offre un’esperienza privilegiata della presenza di Dio e del suo amore e delle sue creature.

Il pane è dunque nutrimento ma anche, come sopra ricordato, condivisione; ed è significativo il fatto che Gesù nell’ultima cena – prese il pane e lo spezzo, lo diede ai suoi discepoli…- segno evidente di un messaggio di con-divisione (divido con te) facendo proprio della mensa, della cena, luogo di un gesto così potente quale tutti noi cattolici sappiamo. Gesù avrebbe potuto pure dare un pane a testa per ogni discepolo ma volle, invece, spezzarlo per darne un pezzo ciascuno a partire da un solo pane. Il pane, è evidente, diviene di tutti perché tutti si cibano dello stesso pane che non simboleggia in questo caso il frutto dell’uomo ma il frutto della terra concessa da Dio all’uomo affinché venga coltivata e curata per portare frutto.

Se partiamo da questo concetto ecco che la food security trova la sua massima applicazione in tutti i Paesi del mondo. Dare, dunque, la possibilità a tutte le popolazioni del mondo di poter coltivare la terra e potersi cibare dei suoi frutti. Quindi un accesso sicuro al cibo garantito a tutti.

Ma Gesù ci invita anche a non sprecare il cibo, nella celebre parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Egli ha comandato ai discepoli di dare da mangiare agli affamati (Mt 14,16); inoltre gli avanzi del cibo vennero raccolti in ceste affinché nulla si sprecasse. Ha impiegato l’immagine di un recipiente di grano bene riempito, pigiato, colmo e traboccante come elemento di riferimento della carità verso gli altri (Lc 6,38).

Quanto è attuale oggi la vita che ci descrivono i Vangeli di più di duemila anni fa, quanto è attuale rispettare la terra e applicare la solidarietà verso i più bisognosi.

Per fortuna, sempre più negli ultimi tempi, la Chiesa è impegnata su tutti i fronti per difendere e promuovere la tutela del creato, la produzione di cibo, l’unione tra i popoli. Ed insieme alla Chiesa molti giovani si stanno impegnano attraverso i loro studi studi e le Università per proporre e attuare progetti sostenibili e eco-compatibili con la richiesta mondiale di alimenti.

Sappiamo bene che oggi viviamo in un’epoca di molta incertezza, non solo dovuta alla pandemia ed alla guerra ma anche verso il futuro prossimo che ci attende. Solo dedicandoci insieme ai temi dell’agricoltura e della sostenibilità ambientale possiamo far ripartite il mondo secondo i principi di fraternità che hanno ispirato le encicliche di Papa Francesco Fratelli tutti e Laudato Sii: infatti niente più della terra uguaglia e salda tra essi i popoli, nulla più del cibo e della tavola condivisa fa sentire l’uomo comunità vera e solidale.

 


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