ipercolesterolemia, farmaci, cibi e alcol.

Un antico proverbio recita che “ molti ne ammazza la cucina e altrettanti la cantina”. Questo detto riassume ed esprime sinteticamente il concetto che una dieta squilibrata (“la cucina”) associata a eccessi nel consumo di alcolici (“la cantina”) può compromettere lo stato di salute esponendo il nostro organismo a rischi anche mortali.

Oggi le nuove tecniche chirurgiche mini-invasive ed i fondamentali interventi tempestivi di soccorso hanno ridotto la mortalità per infarto al miocardio e ictus ma ciò non vuol dire che l’ipercolesterolemia non resti un problema a cui porre le giuste attenzioni e intraprendere azioni volte alla prevenzione sin dalla più giovane età.

Mantenere, dunque, nella norma i valori di colesterolo nel sangue sotto (200mg/dl) è l’unica forma di prevenzione e riduzione per il rischio di malattie cardiovascolari.

Questo è possibile anche senza ricorrere all’uso di farmaci? Le nuove ricerche e le recenti pubblicazioni scientifiche in merito al tema danno delle risposte affermative.

L’ipercolesterolemia è un fattore di rischio cardiovascolare ben noto (Arrigo F.G. Cicero, Riccardo Urso 2015 in AP&B) . Livelli alti di colesterolo LDL sono ormai associati a stili di vita sbagliati, dove emergono abitudini sedentarie e al consumo nella dieta alimentare di cibi spazzatura junk food a bassissimo valore nutrizionale e ricchi in acidi grassi saturi e zuccheri semplici.

Gli studiosi affermano, però, che non basta cambiare stile di vita per abbassare i valori di LDL nel sangue. Infatti, abolire il fumo di sigaretta, avviare un’attività fisica e cambiare regime alimentare danno efficaci riduzioni per quanto riguarda la riduzione dei trigliceridi (-40%) e l’aumento del colesterolo HDL (+20%) ma non nella riduzione del colesterolo LDL in media la riduzione di questo si aggira intorno al 5-10%.

Il consumo di steroli, fibre e nutraceutici (alimenti con proprietà farmacologiche e nutrizionali) controllano l’omeostasi del colesterolo senza ricorrere all’uso di farmaci.

Circa l’80-90% della colesterolemia proviene dalla sintesi epatica. E’ possibile agire efficacemente con la dieta sul 10-20% di derivazione intestinale attraverso il blocco, o la riduzione, dell’assorbimento del colesterolo alimentare. Nella nostra dieta possiamo potenziare questo meccanismo aumentando il consumo di fibre solubili e steroli vegetali (Griffin BA. Non pharmacological approaches for reducing serum low-density lipoprotein cholesterol. Curr Opin Cardiol. 2014).

I fitosteroli sono molecole prettamente appartenenti al mondo vegetale e svolgono nelle piante la stessa funzione che il colesterolo svolge negli animali. I fitosteroli sono presenti in numerosi semi e negli oli che ne derivano. I loro effetti ipocolesterolemizzanti sono noti ormai da decenni e limitano l’assorbimento intestinale del colesterolo di circa il 30-40% riducendo così in modo significativo la colesterolemia.

Così come i fitosteroli anche il consumo di fibre associato al consumo di cibi nutraceutici quali la cipolla, l’aglio, il cardo mariano ed il bergamotto contribuiscono a modulare la sintesi di colesterolo ed aumentare il colesterolo HDL comunemente detto colesterolo buono.

Va da sè che anche un moderato consumo di vino durante i pasti possa proteggere le nostre arterie, in ogni caso non bisogna mai superare le dosi “ammissibili” e cioè un bicchiere di vino a pranzo e mezzo bicchiere a cena. Ho inteso mezzo bicchiere a cena perchè si presume che la quantità di cibo ingerita sia inferiore rispetto a quella del pasto principale e cioè il pranzo. Evitare comunque di bere a digiuno, tutti noi ormai conosciamo gli effetti nefasti dell’alcool sul nostro organismo. Specialmente in età adolescenziale i danni da alcol possono essere molteplici dai traumi per caduta in assenza di equilibrio agli incidenti stradali, passando per un poco futuro roseo per il fegato se l’abitudine al bere inizia sin da giovani.

 


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